Il Folklore e il Teatro Popolare
"La Pigghiata"
“La Pigghiata” è un dramma Sacro che ha per oggetto la passione e la morte di Gesù Cristo. Il termine “La Pigghiata” è il corrispondente in dialetto Calabrese, dell’italiano “presa” “Cattura” ed è riferito alla cattura di Cristo da parte dei Giudei avvenuta nell’orto degli ulivi mentre era in preghiera con i suoi discepoli.
L’opera, di cui si conserva un manoscritto del primo del novecento è anonima, anche se dalla tradizione locale viene attribuito a Metastasio, poeta e scrittore del Settecento. Il linguaggio, tuttavia, e la forma poetica in cui è composta danno piena conferma che si tratta di un’opera scritta sicuramente secoli fa.
La vicenda narrata nel dramma si svolge in ben cinque atti per una durata scenica complessiva non inferiore alle sei ore piene.
Preceduta dalla rappresentazione della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso terrestre e dalla caduta degli angeli ribelli condannati all’inferno, la “pigghiata” si apre con il Sinedrio in cui, alla presenza degli alti Sacerdoti e degli scribi, ha inizio il processo a Gesù nel quale si decide la cattura e la consegna dello stesso a Ponzio pilato.
Preceduta dall’ultima Cena e dalla preghiera nell’orto degli ulivi, Gesù tradito da Giuda, viene catturato e imputato di vari reati, con accuse false, viene processato e condannato da Ponzio Pilato ad essere crocifisso.
Il dramma dovrebbe concludersi con l’impiccagione di Giuda, pentito per il tradimento compiuto, ma nella tradizione locale si procede con altre scene che hanno per oggetto la crocifissione e la resurrezione di Gesù, scene tra le più belle dell’intera rappresentazione, ricche di pathos e capaci di suscitare nel pubblico degli spettatori profonda commozione.
Le Commedie
Nel corso dell’anno, soprattutto nel periodo di carnevale o durante le vacanze estive e invernali, si svolgono spettacoli teatrali, dove si assiste alla rappresentazione di commedie recitate in vernacolo calabrese e in lingua arbëresh.
I Canti
Valla e Vinis (a cura dell’Avv. Arcuri)
Oi Vina Vina imё katundi imё katundi te ku ddola e ddua tё rri, te rahjё te ku rronё gjindia jona, haneza e ddiali strohenё pё ne.
-Ne jemi nga njё katuntё,
te ku zbora ngё na ngettё
te njё rahjё shumё
i bukёrё
te ku jela astё hare.
-Venё me shprezё tё na ntehёnё
Se kutù kanё hare,
kushё na vete do
tё ntehetё
se ku dduali tё dezё do.
-Kur arrenё viersta e madhё
Bihjitё venё liarkё nga ne,
se ngё patёrё tё rroinё
vinёnё kanё po mbi si.
-Kur vallonjёmё te tregu
coha dridhetё me hare
Ne kindonjёmё me zamёrё
Se Vinote jemi ne.